02/03/2023
Zurich Main Global Partner di Amazônia, la mostra di Sebastião Salgado a cura di Lelia Wanick Salgado
 

Aprirà al pubblico il 12 maggio 2023 la mostra Sebastião Salgado. Amazônia,
alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 19 novembre 2023. Promossa e
prodotta da Comune di Milano|Cultura, da Fabbrica del Vapore e Contrasto
in collaborazione con Civita Mostre e Musei e General Service Security, la
mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del
grande fotografo.
Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia.
Dopo il progetto Genesi, dedicato alle regioni più remote del pianeta per
testimoniarne la maestosa bellezza, Salgado ha intrapreso una nuova serie di
viaggi per catturare l'incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica
brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, stabilendosi nei loro villaggi per diverse
settimane e fotografando diversi gruppi etnici. Un progetto durato sette anni,
durante i quali ha fotografato la vegetazione, i fiumi, le montagne e le persone che
vi abitano. La foresta dell’Amazzonia occupa un terzo del continente sudamericano,
un’area più estesa dell’intera Unione Europea. Si tratta di un patrimonio ricchissimo
e importante per il nostro pianeta, da tutelare e conoscere.
“Attirando l’attenzione sulla bellezza incomparabile dell’Amazzonia, Salgado
accende i riflettori sull’urgenza di proteggere questa vasta area dell’America del
Sud e i suoi abitanti. La necessità di attivare nuovi sistemi di gestione del pianeta,
salvaguardando la natura e la biodiversità, riguarda ciascuno di noi, ovunque ci
troviamo nel mondo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi
–. La mostra non si limita a documentare questa realtà, ma ci costringe a prendere
posizione, mettendo il visitatore al centro del dibattito e invitandolo a riflettere
sulla potenza e sulla fragilità del nostro pianeta. Fabbrica del Vapore sta
assumendo sempre più un ruolo da protagonista della contemporaneità,
esprimendosi attraverso il linguaggio dell’arte, e questo progetto rappresenta
un’ulteriore tappa del suo importante processo di rinnovamento. La natura
raccontata in mostra esce infatti dallo spazio di Cattedrale e si estende al cortile,
diventando il principale paradigma della trasformazione di Fabbrica del Vapore
come luogo sempre più aperto, sostenibile e al centro del dibattito sulle urgenze
del mondo che ci circonda”.
L’esperienza di visita della mostra Amazônia accompagnerà infatti il visitatore
anche fuori dalla Cattedrale grazie a un progetto site specific, promosso dal
Comune di Milano e curato da Orticola, che occuperà il piazzale esterno della
Fabbrica del Vapore, dove sarà allestita un’area con sedute e led wall, arricchita
dalla presenza di piante pioniere provenienti dalle foreste lombarde.
Inoltre, grazie agli schermi URBAN VISION una selezione degli scatti approderà
in città con una vera e propria mostra itinerante e a cielo aperto che invita alla
sostenibilità e all’attenzione verso l’altro.

LA MOSTRA
Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia vuole proporre un’immersione
totale nella foresta amazzonica, invitandoci a riflettere sulla necessità di
proteggerla.
La mostra si sviluppa attorno a due temi. Il primo è costituito dalle fotografie di
ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi
formati, con le sezioni che vanno dalla Panoramica della foresta in cui si
presenta al visitatore l’Amazzonia vista dall’alto, a I fiumi volanti, una delle
caratteristiche più straordinarie e allo stesso tempo meno conosciute della foresta
pluviale, ovvero la grande quantità d’acqua che si innalza verso l’atmosfera. Tutta
la forza, a volte devastante, delle piogge è raccontata in Tempeste tropicali,
mentre Montagne presenta i rilievi montuosi che definiscono la vita del bacino
amazzonico. Si prosegue con la sezione La foresta, un tempo definita “Inferno
Verde”, oggi da vedere come uno straordinario tesoro della natura, per finire con
Isole nel fiume, l’arcipelago che emerge dalle acque del Rio Negro.
Il secondo gruppo di immagini è dedicato alle diverse popolazioni indigene
immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, con le fotografie raccolte in spazi
che ricordano le “ocas”, tipiche abitazioni indigene, evocando in modo vivido i
piccoli e isolati insediamenti umani nel cuore della giungla. Grazie a Salgado
possiamo conoscere così gli Awá-Guajá, che contano solo 450 membri e sono
considerati la tribù più minacciata del pianeta, o gli Yawanawá, che, sul punto di
sparire, hanno ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro
cultura, prosperando, fino ai Korubo, fra le tribù con meno contatti esterni: proprio
la spedizione di Salgado nel 2017 è stata la prima occasione in cui un team di
documentaristi e giornalisti ha trascorso del tempo con loro.
La visita è accompagnata da una traccia audio composta appositamente per la
mostra da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, come il
fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua
che cade a picco dalle montagne.
Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione dedicate a due temi
differenti: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono
accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore
brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di
donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica appositamente composta
dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.
Così Sebastião Salgado:Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta
amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la
possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione
rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente
felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre
molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini
che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, 
che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori
episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del
pianeta prendere parte alla sua tutela”.

Aggiunge Roberto Koch, editore di Contrasto: "Sebastião Salgado, maestro della
divulgazione scientifica ed economica, ci ha insegnato che con la fotografia
possiamo capire il mondo, percorrerlo, comprendere i suoi drammi profondi e la
sua bellezza incontaminata; e che le sue fotografie possono essere il modo migliore
per spiegare le fragilità da difendere. Il progetto Amazônia ne è la prova. Seguendo
il filo delle immagini, disposte con grande cura nello spazio da Lélia Wanick,
impariamo a conoscere il polmone verde e prezioso del nostro pianeta, a capire
come dobbiamo preservarlo, e come possiamo cambiare il nostro modo di agire
per difenderlo. Con Amazônia, e con il piacere di ritornare a Milano, Salgado
rinnova la tradizione della grande fotografia di impianto umanista che, tra
documentazione e interpretazione, ci mostra come nella storia non esistano sogni
solitari”.

Giovanni Giuliani, Chief Executive Officer Zurich Italia, commenta: "Le arti sono
indissolubilmente legate al mondo che ci circonda e ci consentono di dare maggiore
risalto alle questioni più urgenti dell'attualità. In tale ottica, riteniamo che l'ultimo
lavoro di Sebastião Salgado sulla vitale ma fragile foresta amazzonica e sulle
popolazioni indigene che la popolano sia perfettamente in linea con il nostro
impegno per un pianeta sostenibile e per la lotta al cambiamento climatico. In
qualità di firmatari del Global Compact delle Nazioni Unite e dei Principles for
Responsible Investments (PRI), siamo convinti che questa mostra, accuratamente
curata da Léila, moglie di Sebastião, si abbini perfettamente a noi. La nostra visione
è infatti in perfetta sintonia con quella dei coniugi Salgado, tanto da portarci, nel
2020, a unire le forze per un progetto della durata di otto anni volto al ripristino
della foresta atlantica brasiliana".

La sponsorizzazione della mostra rientra nel più ampio progetto di Zurich per
sensibilizzare sull'urgenza di azioni concrete per l’ambiente ed è l’estensione di una
partnership consolidata con l’Instituto Terra, organizzazione no profit di Lélia e
Sebastião Salgado, con cui la Compagnia ha avviato il progetto Zurich Forest, per
il rimboschimento mirato e sostenibile in Brasile e la riconversione di terreni agricoli
sterili in foreste autoctone ricche di vita vegetale e animale. All’approfondimento
del progetto è dedicata una sala all’interno della mostra.